GENERE DISPARI

Diritto al ticket e mensa con le 7,12 continuative

Per avere diritto al ticket e alla mensa i dipendenti devono prestare attività lavorativa al mattino con prosecuzione nelle ore pomeridiane. Un’altra condizione è la pausa compresa fra le due ore e i trenta minuti. Ma come vengono adottate regole diverse per l’orario in alcuni casi specifici, così deve avvenire per le regole relative a ticket e mensa.

Ci sono tre condizioni di svantaggio personale e familiare che consentono al lavoratore di adottare l’orario continuativo di 7 ore e 12 minuti, senza dover effettuare la pausa obbligatoria dopo le 6 ore:

a. portatori di handicap ai sensi dell’art. 4 della legge 5/2/1992, n. 104
b. con figli, o minori in affidamento, di età non superiore a 14 anni
c. che devono assistere il coniuge, i figli, gli ascendenti, i suoceri, i fratelli o i conviventi non
autosufficienti.

A causa di queste condizioni i lavoratori sono esentati dalla regola della pausa. In modo simile devono essere esentati dalla regola della pausa per quanto riguarda il ticket e la mensa, mentre rispettano già la regola della prosecuzione nelle ore pomeridiane. Si ricorda che le ore pomeridiane sono quelle fra le 12 e le 18.

Scusate, come si può non riconosce il diritto al pagamento per mensa e ticket a chi ha una riconosciuta situazione di svantaggio e svolge un orario di lavoro che arriva quasi al massimo consentito, cioè 7,12 (se otto ore vi sembran poche provate voi a lavorare e proverete la differenza fra lavorare e comandare), e che copre le ore pomeridiane?

Chiediamo al presidente Rossi di sanare questo ingiusta incongruenza.

Telelavoro per almeno il 10% dei lavoratori

Il telelavoro in regione toscana è utilizzato da 233 persone al 2015 di cui il 76,4% sono donne. 96 lavoratori fanno due giorni; il 66 fanno 3 giorni; 42 fanno 1 giorno e 29 fanno 4 giorni.

Per quest’anno la regione intende attivare solo 20 postazioni in telelavoto e sono 40 i lavoratori che sarebbero esclusi sebbene la loro attività sia telelavorabile. La motivazione addotta pare sia la solita tiritera: non ci sono soldi (sottinteso, per voi).

La legge Madia prevede che le PA incentivino il telelavoro in modo che in tre anni si arrivi al 10% dei dipendenti” (qui sarebbero circa 340 lavoratori), ed è un minimo. Visto che la regione si propone sempre come virtuosa potrebbe superare il limite. Con le 20 postazioni arriviamo a 253. siamo ancora a meno 87.

Il computer portatile costa 200-300 euro ed è alternativo al desktop: un computer va assegnato ad ogni lavoratore comunque.

Il rimborso annuo è differenziato in base a quanti giorni di telelavoro si fanno: è di 113,10 euro all’anno per 1 giorno; 226,20 per due giorni; 339,29 per 3 giorni e 452,38 per 4 o 5 giorni.

Il telelavoro è lavoro a tutti gli effetti.

Se qualcuno afferma che la regione non ha 12.000 euro (300 per 40) per i portatili e non ha i fondi per i rimborsi (se si considerano 3 giorni ognuno sarebbero 13.500 euro all’anno), è poco credibile e dichiara in realtà che la Regione Toscana intende risparmiare ancora una volta sui dipendenti e su una cifra così irrisoria da provocare sconcerto. Se la Regione Toscana ha bisogno di risparmiare dovrebbe rivolgersi altrove.

Chiediamo all’amministrazione e in particolare all’assessore al personale Vittorio Bugli di trovare i fondi e attivare subito le 40 postazioni di telelavoro rimaste escluse.

Ma per i consiglieri…

Intanto una delibera dell’11 maggio 2016 n.63 del Consiglio regionale prevede che ai consiglieri che ne facciano richiesta venga “fornita una dotazione di strumentazione informatica per il lavoro in mobilità in sostituzione della fornitura di dotazione cartacea”.

Marvi Maggio – Cobas Regione Toscana

https://rtcobas.wordpress.com/

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